III. I volti di don Carlo Carlevaris. Ricordi
30 Settembre 2020I. Altre passeggiate
31 Marzo 2021IV. Spiritualità
ITINERARI - Nr. 4/ 2020 - INDICE
- Persistenza e trasformazioni delle spiritualità. Le spiritualità del luogo (Luigi Berzano)
- Spiritualità giovanile: una frontiera in movimento (Dino Barberis)
- Dodici passi verso la preghiera (Ferruccio Ceragioli)
- Diventare Immagine. Invito ad un cammino spirituale metamorfico (Ivan Nicoletto)
Editoriale
Emmanuel Mounier, ad un certo momento della sua attività di editore della rivista Esprit, fondata nel 1932 all’indomani della crisi del 1929, si rammaricava del titolo scelto a causa dei fraintendimenti in cui era incappato e congetturava che avrebbe dovuto intitolarla Matière. Erano anni in cui avanzava a diversi livelli il materialismo storico e dialettico di stampo marxista, sul fronte delle scienze dominava un materialismo di tipo fisicalista, senza contare il materialismo praticato dal capitalismo dello stesso periodo (e di sempre). Lo spirito doveva fare i conti con la materia, per non essere accusato di fuga dalla realtà, reale in certe forme esangui di spiritualismo filosofico e religioso. Forse però quel titolo non fu un errore, anche se a distanza di quasi cento anni procura ancora, ma per motivi opposti, un certo senso di straniamento.
Recentemente, infatti, a conclusione di un suo ampio volume, Radici dell’io (Sources of Self, 1989), il filosofo canadese Charles Taylor constatava che «nella nostra cultura c’è la tendenza a soffocare lo spirito». La documentazione al proposito è immensa. Si può negare lo spirito o rinunciarvi, qualche volta anche in modo contraddittorio. Come affrontare questa tendenza? «Il dilemma della mutilazione è, in un certo senso, la nostra più grande sfida spirituale, non un ferreo destino».
Veniamo da un secolo, il XX, che, a differenza del precedente, in certi ambienti, intellettuali e no, ha avuto imbarazzo o ostilità nei confronti della nozione di spirito. Così pure nei confronti della nozione di spiritualità, spesso opposta a quella di materia, che Mounier voleva invece onorare e di cui voleva prendersi carico nelle sue dimensioni sociali e politiche. Una materia non carica di spirito, come sono le nostre fragili vite, è destinata infine al disprezzo e alla sopraffazione, come mostra la scomparsa della dizione dello stesso materialismo, di cui pochi osano fregiarsi in modo consapevole, preferendo fisicalismo o naturalismo.
Spirito, spirituale, spiritualità, spiritualismo sono state e sono ancora nozioni controverse. Di fatto «spiritualità» sta riottenendo attenzione e in qualche caso un posto di rilievo, soprattutto nelle indagini sociologiche, ma anche altrove, come indica l’antologia curata da Armando Buonaiuto (con uno scritto di Gabriella Caramore), Racconti spirituali, Einaudi, Torino 2020.
In questo nuovo clima, dove la nozione di spiritualità ha un senso molto ampio e fluttuante, proponiamo un percorso significativo. Sul versante sociologico Luigi e Berzano e Dino Barberis ci guidano a conoscere a che cosa si faccia riferimento quando le rilevazioni fanno riferimento alla spiritualità, in generale e in particolare, nei luoghi e nel mondo giovanile.
Gli altri due saggi sono un percorso di spiritualità. Quello di Ferruccio Ceragioli sceglie la via classica della preghiera scandita in dodici passi; quello di Ivan Nicoletto è una vera e propria esplorazione sui confini dell’esperienza umana oggi nell’apertura all’ulteriorità.
Oggi non conosciamo alcune remore del passato, ma ogni cammino spirituale è e sarà ancora aspro, per questo non dissimile da quello fatto nella Divina Commedia da Dante Alighieri di cui celebriamo il centenario della morte. Poesia e spiritualità da sempre si richiamano, soffio di vita anche per i nostri giorni.
«A vele spiegate, prendete lo Spirito / come la vela prende il vento: / nel prenderlo, siatene preda!» (Didier Rimaud).