II. 1919-1920. Il “Biennio Rosso” e il sindacalismo “Bianco”
30 Giugno 2019IV. La posta in gioco. Le parole e l’agire della politica
30 Dicembre 2019III. “La nostra vita è stata bella”. Carlo Carlevaris (Antologia)
ITINERARI - Nr. 3/ 2019 - INDICE
- Appunti autobiografici
- Lettera ad “Adri”
- Fede e ideologia
- La lunga marcia dei preti operai
- Viaggio in Terra Santa
Appunti di vita
Fede e impegno. Prete operaio
Viaggi, Terzo Mondo
- 1987. In India, oggi
- 2005. Dal Brasile
- Sulla sofferenza. Omelia
- Cinquant’anni di sacerdozio. Omelia
- Crescere ed educare abitando il limite
- Sulla vecchiaia Scritti di don Carlo. Spunti bibliografici
Omelie, meditazioni
Editoriale
È immediato associare il nome di don Carlo Carlevaris alla vicenda dei preti operai. Egli stesso si è preoccupato di raccogliere con diligenza tutto quanto poteva documentarla, lasciando alla Fondazione Nocentini di Torino un archivio di grande valore, da cui in futuro sarà possibile ricavare molti e forse inattesi elementi. Di don Carlo ci sono però anche altri tratti importanti da non trascurare o persino da conoscere.
Questo fascicolo di Itinerari, alla cui fondazione e alla cui vita don Carlo ha dedicato molto impegno in qualità di presidente del Centro Studi Bruno Longo, non ha pretese di ricostruzione storica; vuole, come in altri casi (M. Operti, G. Fornero, C. Demichelis), offrire un’antologia di scritti che siano rappresentativi della sua persona e della sua storia. Don Carlo ha scritto in molte occasioni e al momento non siamo in grado di proporre una bibliografia completa. Ci limitiamo ad una scelta di scritti significativi, che aiutino a fissare nella memoria immediata ciò che egli è stato e ciò che ha offerto a chi l’ha incontrato, nella chiesa e nel mondo, in particolare in “classe operaia”. Soltanto una ricerca più ampia permetterà in altra occasione di mettere in luce la sua capacità di essere presente in molte situazioni in maniera propositiva, tanto puntuale quanto responsabilmente critica.
Per questa selezione abbiamo seguito uno schema che richiamasse innanzitutto alcuni elementi biografici; poiché molti aspetti restano sullo sfondo o non sono neppure evocati, sarà compito dell’indagine storica farlo. Qui la parola è lasciata a lui, al suo modo di sentire, vivere e presentare la sua storia, gli orientamenti e le scelte.
La seconda sezione raccoglie due suoi contributi di una certa rilevanza; se la riflessione sull'esperienza dei preti operai è stata favorita da molte occasioni e richieste, quella su “fede e ideologia” affronta con uno scavo impegnativo e lucido una questione cruciale emersa nella chiesa degli anni Sessanta e Settanta e mostra una rara qualità di articolazione.
Per quanto profondamente radicato a Torino, don Carlo ha viaggiato molto, in particolare nel tempo della pensione, spesso per seguire progetti di cooperazione nel Terzo Mondo. È interessante vederlo intensamente partecipe di quei mondi visitati, alla ricerca di qualcosa al di là della sola apparenza o della sola urgenza: un modo di viaggiare alla scoperta dell’umanità, documentata anche dalle molte foto da lui raccolte.
Infine, nel chiudere l’antologia, la cernita è caduta su alcuni momenti riflessivi, tradotti in omelie o meditazioni. Don Carlo è stato un uomo della parola e della Parola, della comunicazione e del Vangelo, della denuncia e dell’incoraggiamento, a casa sua in via Belfiore e in tanti altri contesti.
In alcuni scritti più elaborati si potrà notare la cura stilistica dedicata a raccontare o a evocare momenti o luoghi, ad esempio nel pellegrinaggio in Terrasanta. Non è un’osservazione secondaria: in questo modo di scrivere emerge un tratto della sua persona e del suo modo di essere presente ai fatti e alle situazioni, piccole o grandi che fossero, e di un’attitudine all’umanimente ed evangelicamente bello.
Pur ampia questa selezione, come già detto, lascia scoperti molti ambiti di presenza, di partecipazione e di intervento di don Carlo. Il suo scopo è quello di offrire un appiglio alla memoria e alla ricerca che dalla sua persona si può estendere alla chiesa torinese e a quel mondo operaio e popolare a cui ha voluto appartenere con piena fedeltà.
La raccolta, la digitalizzazione e la revisione di questi (e altri) scritti è stata possibile grazie alla generosa collaborazione di Eugenia Bovi e Piero Caciagli. A loro la nostra gratitudine.